Ogni tanto succede: l’ingorda Fox toglie dalla cella frigorifera Chris Carter e manda in onda qualche nuovo episodio della serie complottara per eccellenza: X-Files.
Per chi fosse giunto da poco sul nostro pianeta, X-Files è una serie la cui trama non ha né capo né coda e in cui si ha un’unica certezza: della ship tra i due protagonisti, nonostante la UST palpabilissima, non verrà mostrato che qualche limone (e anche di quelli pochi, che non bisogna esagerare). La loro è una coppia dichiarata quasi sempre tramite terzi e sempre al passato: se bisogna fare il punto dopo qualche anno dall’ultimo episodio andato in onda, qualche comprimario butterà là: “ah, sì, stavano insieme fino a martedì scorso, ma pensa che peccato: adesso si sono lasciati!”
Ma non sono qui per recensire X-Files. Non che manchi il materiale, ma dovrei farne un rewatch e sarebbe troppo doloroso.
Torniamo a noi.
A gennaio la Fox ha mandato in onda una decina di episodi nuovi. Io me ne sono accorta una settimana fa (ops!) e ho iniziato a vederli. Tra il secondo e il terzo episodio (insomma, tra una battuta sulle manette e un Mulder sornione sulla porta) non dico di aver iniziato a sperare che anche l’ultima certezza di X-Files crollasse, ma mi è tornata voglia di leggere fanfiction su quei due. Magari fanfiction che ancora non hanno l’età per votare.
E niente, la prossima volta leggerò la solita fanfiction del 1999, quella che so a memoria.
La recensita di oggi è “The Middle”, di GiadaMatta95
La trovate nel solito ufficio ammuffito nel seminterrato: https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3423386&i=1
L’autrice ci tiene a spiegare che la storia è di mezza dozzina di anni prima e che ha deciso di riprenderla in mano e sistemarla per pubblicarla, vista la carenza di fanfiction su X-Files su EFP.
In effetti la sezione di X-Files è vergognosamente scarna, ma vorrei che vi concentraste sul fatto che la fanfiction DOVREBBE essere stata rivista e corretta.
Preciso inoltre che, in una risposta a una recensione che le faceva notare l’OOC dei protagonisti, l’autrice risponde “Tempo al tempo.. le cose non sono come sembrano”. Purtroppo la storia è incompiuta e non sapremo mai come, di fatto, l’autrice intendesse spiegare i comportamenti di Mulder, il sessista (ok, questo non è totalmente OOC, specie rivedendo le prime stagioni) con POV da Nice Guy e di DanaBot, la replicante (la cui AI da bambola idiota sembra progettata da Wanner Mears) la cui tranquillità è imperturbabile (finché non compare l’ex fidanzato).
E ora smettetela di tirarmi pomodori, ho capito: basta premesse, via con la recensione!
Questa storia inizia con Fox Mulder perso in elucubrazioni, in un silenzio rotto solo dalla lancetta dei secondi dell’orologio.
Posso solo ascoltare il mio respiro che si adegua al movimento dell’orologio, lento ma costante, l’unica cosa che ancora mi da certezza di essere vivo.
Accarezzo le mie mani fasciate e lascio che il bruciore dei tagli si accentui e che il sangue si faccia sentire sulla garza, umido, chiaro e cristallino, come acqua appena piovuta.
Ora, sarà che sono all’antica, ma se mi crei una scena del genere le mie aspettative si alzano: dove sarà Mulder? Come mai quel silenzio, unito a quel senso di angoscia? Cosa è successo alle sue mani?
Ebbene, Mulder è in camera sua, il silenzio è incomprensibile (andiamo, nemmeno la TV accesa? Eppure sarebbe da lui!) e viene rotto dall’arrivo di Scully, venuta a medicargli le ferite.
Il cambio della garza è doloroso ma, una volta tolta, posso vedere e muovere liberamente le mani.
Soffio sulla ferita ed una piccola goccia di sangue finisce sulle gambe nude della mia partner, scorrendo ai piedi, fin dentro i suoi sandali.
Ci si domanda se abbia lottato con un puma, se a giorni di distanza (si intuirà poi) le ferite ancora buttano sangue; ci si domanda se nello scontro non abbia perso i pollici, visto che in pratica se ne sta fermo per ore in attesa dell’arrivo di Scully; soprattutto, ci si domanda come sia ancora vivo e non si stia lentissimamente dissanguando e come mai Scully, che è un medico, non abbia ancora fatto accertamenti per capire come mai non coaguli.
Forse però Scully ha cose più importanti a cui pensare, di recente:
Gin Barton, 48 anni, celibe.
Stimato marito e padre di famiglia, stimato medico chirurgo. Insospettabile.
Ha piazzato una dozzina di telecamere nella casa dell’Agente Scully per monitorare i suoi movimenti.. più intimi e celati.
Sono abbastanza sicura che fosse già successa, una cosa simile…
D’altra parte, X-Files può vantare una lunga tradizione di stranezze, poteri paranormali, replicanti alieni, e mutaforma, ma un uomo celibe che è contemporaneamente uno stimato marito mancava alla collezione.
L’ha rapita e portata nella sua cantina: quando l’abbiamo ritrovata non mangiava da 3 giorni, la luce del sole le faceva bruciare gli occhi così tanto da volerseli
quasi strappare.
(…)
La puzza, in quella stanza, dei cadaveri ammassati di quasi una ventina di donne, non è paragonabile nemmeno al più cattivo odore che abbiate mai sentito.
… no, fidatevi: questo lo commentiamo dopo.
Nel caso in cui ve lo chiediate: le ferite che ho sulle mani sono date dalla lotta con il pazzo omicida.
Strano, perché vista la posizione e le peculiarità, ero convinta fossero stigmate (non fosse che le stigmate non vanno medicate ogni due ore).
Già, due ore.
E Scully è una persona precisa, ma anziché trasferirsi nell’appartamento di Mulder (o portarlo da lei o lasciarlo in ospedale) fa la spola tra i loro appartamenti; non mi intendo di traffico nelle grandi città americane, ma sono abbastanza sicura che non le rimanga molto tempo per sé stessa.
Evidentemente quella donna è una martire, anche perché si prende cura di uno il cui POV comprende questa frase:
Incrocia le braccia permalosamente e storce il naso ma si sa che le donne non sanno stare agli scherzi, bisogna spiegarglieli.
Passi che il comportamento di Mulder, specialmente nelle prime stagioni, è stato da minchione sessista, ma non così sessista. Questo è il ragionamento di un quattordicenne che vuole fare il superiore con le ragazzine oppure di un cinquantenne le cui uniche capacità di approcciarsi all’altro sesso prevedono un’auto, una strada di notte e delle banconote.
Ah, giusto, l’autrice l’ha detto: la verità è là fuori “le cose non sono come sembrano”.
Magari Mulder ha battuto la testa, di recente.
Lui le chiede di sedersi vicino a lui, lei lo fa:
Apro le braccia e la faccio entrare in me (… questa scelta di termini non la commento perché non ho dodici anni… ops, come non detto: l’ho appena fatto!) , in un disperato tentativo di proteggerla dall’aria che la circonda (si sa, l’ossigeno potrebbe esserle letale).
Mulder, da maschio che se ne intende di donne quale è, decide di cambiare ed iniziare ad essere gentile con lei. Le chiederà com’è andata la sua giornata? No (anche se immagino la risposta: “Benissimo Mulder: adoro vivere la mia vita tra l’auto, le tue bende e cercare parcheggio. Riesco a tornare venti minuti a casa ogni due ore circa… Pensa, prima sono riuscita persino a lavarmi un’ascella!”); le dirà che se vuole parlare di quanto le è accaduto lui è lì per lei, si offrirà di farle da confidente e buon amico come si suppone sia? Nope.
Il suo modo per essere carino con lei è farle complimenti sul profumo, sulle lentiggini e le dice (parafrasando) che quel giorno ha qualcosa di speciale.
Ricontrollo e no: non è una AU crossover con MadMen o con qualche serie anni ’50.
Scully si scansa (prima delle sue uniche due azioni coerenti in questa fanfiction):
Mulder, lasciatelo dire da te stesso, un po’ bastardo con le donne lo sei.
Sono tutte stronze alla fine, come Phoebe, quelle che ho incontrato fin’ora.
Scully invece è gentile con me, amorevole.
Mulder avrà i suoi difetti, ma non è un “Nice Guy”, porcocazzo.
– Cos’hai, un appuntamento? –
Le dico, sogghignando.
Guardo l’orologio, segna le 19:30. (Sogghigna perché sa che ormai non ha il tempo per lavarsi la seconda ascella e dovrà uscire mezza puzzolente?)
– Questa sera sì, vado in un ristorante e non vorrei far tardi. Passo alle nove per cambiarti la medicazione. –
Scully deve vedersi con un amico di una sua amica, che ha ben deciso di combinarle l’appuntamento al buio dopo che questa è stata rapita, presumibilmente violentata o quasi, e costretta a rimanere rinchiusa con una ventina di cadaveri.
Che tempismo, amica di Scully, complimenti!
Anche Mulder ha le sue obiezioni da fare, ma sinceramente non mi sento di condividerle:
Non puoi rischiare che ti facciano del male, dovresti stare a casa e serrarti dentro. (Excuse me!?! Ma poi, se gira come una trottola per venirti a medicare le stigmate va bene, però se si tratta di avere una vita sua dovrebbe stare in clausura?)
Sai che questo tizio con cui esci non ti merita.
Che poi, esiste qualcuno che la merita davvero sulla faccia della terra? (…questa cosa non è sana, affatto)
Forse io, sento il modo in cui mi tocca e vedo il modo in cui mi guarda.
Forse prova qualcosa per me, come lo provo io.
Devo dirlo, questa fanfiction riesce in qualcosa che non avrei mai immaginato possibile: rende BUONO E GIUSTO ogni episodio di X-Files in cui quei due non quagliano, perché questo Mulder merita di non vedere più una donna nuda in tre dimensioni, figuriamoci farci sesso.
Sembra sempre così gelida, così pronta a superare quello che le accade senza ripercussione alcuna sul suo stato emotivo.
(…)
Forse, semplicemente, non è in grado di manifestare le sue emozioni.
Questa fanfiction è ambientata dopo la quinta stagione, direi che le occasioni in cui Scully ha manifestato le sue emozioni ci sono state.
Forse, semplicemente, cerca qualcuno che sia sempre accanto a lei per evitarle il peggio.
Beh, certo, questa è la LOGICA CONCLUSIONE, Mulder.
Stacco a due ore dopo, due ore che il genio ha passato a guardare l’orologio, e passiamo al POV dell’agente Scully:
Vorrei non uscire, mi sento priva di potere decisionale sulla mia vita.
Mi sento incapace di trovare qualcuno che mi ami e di farlo da sola.
(…)
Non provo nessuna gioia nell’uscire con quest’uomo, solo perché mi è stato proposto da una mia amica che pensa che io non sia in grado di farmi una vita.
Mi sento normale, come un bambino che subisce, inerme, una sgridata per aver mangiato la colla stick ma, in fondo, a lui sembrava pure buona.
La mia vita/non vita mi sembra buona, non mi sento di sbagliare.
Non ho bisogno di qualche sconosciuto che parla ininterrottamente di cose che a me non interessano ma che comunque sono obbligata moralmente ad ascoltare.
DanaBot: fuori è l’agente dell’FBI che tutti conosciamo, dentro una casalinga anni ’50 che accetta controvoglia di uscire con un uomo (dopo una situazione decisamente traumatica, ripetiamolo in coro) perché, nonostante a lei la sua vita vada bene così, si sente emotivamente bisognosa di qualcuno accanto e impotente davanti alle convenzioni sociali.
Qua taglio un po’ il discorso: in sostanza, l’unico effetto del trauma riscontrato da Scully è che si sente bisognosa di “ciò che cerco da tempo”. Ma non è la bidimensionalità del personaggio, no: lei uno stato post-trauma del genere se lo mangia a colazione, perché è un cyborg costruito dall’uomo che fuma venuto dal futuro è stata rapita dagli alieni e il figlio di tale gravidanza le è stato portato via, e inoltre ha superato il cancro, quindi:
Non si può aver paura di un malato mentale reale dopo aver subito un rapimento da entità che non sono né visibili, né controllabili e tantomeno arrestabili per omicidio plurimo.
Con esseri così poco reali, non c’è giustizia che possa intervenire.
Quello che io qua vedo è una persona completamente distaccata dalla realtà, tanto da non temere per la sua stessa vita, probabilmente perché diventata fortemente paranoica a causa degli alieni e della malattia che, a differenza di un omicida, non può arrestare e dunque “controllare”.
Non so da quale psicologo un vicedirettore sano di mente la manderebbe dopo un rapimento+segregazione+convivenza con venti cadaveri, ma al suo posto non mi fiderei a mandare una persona in questo stato mentale in giro con una pistola.
Inoltre credo che in questi casi un periodo di congedo non sarebbe poi insensato.
Dopo uno scambio di battute piuttosto triste, Scully ci informa dei recenti cambiamenti nell’agente Mulder:
Dopo quanto accaduto, sembra essersi avvicinato sempre di più a me (ah, a me pareva fosse una cosa graduale negli anni, mi sarò sbagliata!)
Sempre preoccupato per quanto possa succedermi.
Questo mi lusinga estremamente, mi fa sentire bene, mi sento protetta, sento la sua presenza vegliare su di me in ogni momento.
Mulder, l’uomo che ti protegge con la forza del pensiero (come se in passato avesse funzionato, poi).
Mi guarda, sta guardando i segni che ho addosso.
Abbasso il viso: non guardarmi così Mulder, non sono nel pieno della mia, seppur misera, bellezza.
Cos- Qualcuno spenga DanaBot e porti indietro la tizia cazzuta che conosciamo da oltre vent’anni, per favore!
Scully inizia a porsi domande esistenziali, ma il provvidenziale squillo del telefono ci catapulta in un nuovo caso: Skinner, fattosi di colpo cretino, ha deciso di chiamare i due agenti, che secondo ogni logica dovrebbero essere in congedo, per affibbiare loro un caso sull’avvistamento di uno Yeti.
Oh, ma di fretta, eh! Come se gli X-Files fossero una priorità per l’FBI.
Scully, per la prima volta in… Troppi anni per contarli senza sentirmi schifosamente vecchia, è felicissima di andare a caccia di mostri: in questo modo ha una ragione valida per scaricare l’amico dell’amica (“no, grazie ma non sono interessata ad uscire con qualcuno in questo momento” pare essere una risposta troppo logica perché qualcuno in una fanfiction decida di usarla).
– Lasci che Mulder si prenda cura di lei in questa indagine: ne avete bisogno entrambi. –
No: Skinner, per quanto sia ormai uno shipper, non sta suggerendole di farsi dare una ripassata da Mulder. Vorrei crederci, ma…
Mulder ovviamente si esalta, corre all’armadio e inizia a cambiarsi…
Ma come, non aveva le mani ferite fino a due minuti fa? Guarito miracolosamente? Lo dicevo io che erano stigmate!
E con questo si conclude il primo capitolo. Ma io, che shippo Mulder e Scully e quindi sono abituata al dolore, vado avanti a leggere.
I nostri si recano dunque sul luogo dell’ultimo, recentissimo avvistamento (ad un paio d’ore da casa di Mulder, in un paesino) e Spooky Mulder impiega quel tempo a illustrare le più recenti teorie complottare sugli Yeti; Scully, prevedibilmente, si addormenta.
Non biasimiamola: non ci sono evidenze del fatto che qualcuno le desse il cambio la notte, per le scrupolosissime medicazioni a Mulder ogni due ore esatte.
Il dialogo, quando Mulder e Scully arrivano sul luogo, è sofferenza pura: sembra di trovarsi dentro l’episodio coi vampiri, solo che qua stiamo facendo sul serio.
In sostanza, Mulder introduce alla polizia sé stesso e la collega. Un panzuto poliziotto presenta sé stesso e il nipote, anch’egli poliziotto, concludendo la frase con “Saluta la signorina, Jonah!”, roba che farebbe imbarazzare anche un cinquenne, figuriamoci un uomo fatto. Jonah e Scully però già si conoscono, nonostante Scully stia praticamente sbavando (“con un sorriso che lascia intendere perfettamente i suoi pensieri.”, “Scully rimane inebetita e sorridente a guardarlo per qualche secondo.”)… Tenetelo a mente.
Intanto, lo zio fa apprezzamenti su Scully, definendola uno schianto; Mulder rosica, il poliziotto commenta il fatto che non crede che lei sia il suo tipo, perché lei sembra essere molto più giovane di lui. E quando Mulder fa notare che hanno pochi anni di differenza, il poliziotto ci informa che… Leggete voi:
– Beh, Agente Mulder, avrebbe dovuto pensarci prima a corteggiarla. Sappiamo bene che lavorate in coppia da 6 anni, vi abbiamo chiamati noi perché ci sembra proprio un X-File. Io e l’agente Scully ci conosciamo da circa 11 anni, ci perdiamo di vista ma la chiamo non appena ho un caso di suo interesse (in quale universo alternativo l’agente Scully potrebbe interessarsi di sua spontanea volontà ad un caso su uno yeti!?!).
In più, siamo qui per risolvere un caso, non per giocarci a pari o dispari la simpatia affettiva della sua collega (tipica frase da tizio stronzo delle fanfiction, quello che deve risultare antipatico e fare gné gné al protagonista).
Sono morte due persone per mano di quest’uomo travestito da Yeti, vogliamo salvare il resto del nostro paese (giusto, peccato che mi pare proprio che il suo intento fosse quello di fidanzare il nipote). Se vuole seguirci, collega (collega?).. –
Il simpaticissimo e relativamente bellissimo Jonah Dawn mi fissa insistentemente mentre cinge la vita di Scully con un braccio e fa per allontanarsi con lei.
Davvero, è l’episodio coi vampiri.
Per fortuna Mulder è un Agente Speciale, sa qualche mossa di arti marziali e dunque il caro Jonah, dopo un po’, sembra esserne intimorito e smette di tenere le mani addosso alla non proprio professionalissima Scully.
Quando Mulder sembra aver risolto il caso (rimanendo inascoltato) e Scully sta esaminando un cadavere, il poliziotto giovane si perde sul viale dei ricordi:
– Agente Scully non l’avevo notato prima, ottimo lavoro. Il suo viso mi fa venire in mente momenti magici, Dana.. –
Mulder fa una scenata di gelosia, mentre Scully non trova nulla di anomalo nel comportamento del poliziotto.
Ora, come ho già detto e ripetuto, questa potrebbe essere una fanfiction ispirata all’episodio scemo della quinta stagione (oh, come vorrei che fosse così!), ma vi faccio un paio di spoiler: il poliziotto è l’ex di Scully, e Dana vuole vendicarsi di lui (probabilmente, data la tecnica usata fino ad ora, sbavando sulla sua camicia preferita)… Questo scambio, anche volendo immaginare che il POV di Mulder esasperi i fatti, non ha senso.
Dove eravamo rimasti? Ah, sì: Mulder fa una scenata di gelosia imbarazzante, Scully viene invitata a fare un giro del paese (ma non doveva esaminare dei cadaveri?) e noi passiamo dunque al suo POV, dove pensiamo (speriamo!) di sentire la versione dei fatti di Mulder smentita.
E invece.
Quando arrivano in albergo, Scully si premura di cambiare la medicazione a Mulder, mentre lui continua a comportarsi da minchione geloso, interrogandola sul pomeriggio passato in compagnia del poliziotto; mentre Scully arrossisce e ripensa a quanto sia fantastico il suo ex, considerando delle avances durante il lavoro come una cosa apprezzabile, Mulder diventa una vecchia zia bigotta:
– Dovresti star lontano da quel tipo, probabilmente vuole soltanto rivedere cos’hai sotto al vestito. Lascia perdere, dammi retta. –
(…)
– Io li conosco gli uomini Scully e quello lì, sono sicuro, vuole solo riandare a letto con te per poi lasciarti in balia di te stessa con frasi tipo “Non sei tu sono io..” e cose simili. – * prende una boccata di fiato e continua * – Sicuramente non è carino con te perché s’è innamorato ancora di botto, anzi, magari si è pure sposato! –
Ora: lei è una cogliona, ma lui è insopportabile.
Scully dunque dà in escandescenze riversando addosso a Mulder tutte le sue frustrazioni da casalinga anni ’50 fallita intrappolata in un’agente dell’FBI degli anni ’90. Poi scoppia a piangere.
– Non è una questione di necessità, certo è che la mancanza di qualcuno accanto si fa sentire. Anche io vorrei svegliarmi accanto a mio marito come la maggior parte delle mie coetanee. Anche io vorrei andare la domenica a fare la spesa. Vorrei poter avere dei figli che non posso avere e vivere una vita normale, che non posso vivere e se qualcuno mi si avvicina, qualcuno con cui ho condiviso un pezzo della mia vita, tu lo allontani. Come minimo, Mulder, dovresti essere felice per me. –
Mi sfugge il nesso, ma ok.
Mulder, sconvolto dalla reazione della sua collega, corre in bagno a prendere della carta. Per asciugarle le lacrime? No, per pulirle il vestito macchiato di mascara.
Cerca pure di mostrare un minimo di empatia, dicendole “so come ti senti”, ma qua parte il pippone (fortunatamente per Mulder, solo nella testa di Scully), sul fatto che lei non potrà avere altri figli. Non sarebbe OOC o improbabile, non fosse che le frasi pensate da Scully sono queste:
Poter provare cosa significhi non esitare un secondo a morire per il proprio figlio.
Eliminare la tua stessa vita per colui a cui l’hai data.
Questa donna ha bisogno di supporto psicologico se il suo primo pensiero all’idea della maternità è quello di sacrificare la propria vita.
Mulder, seppur geloso, cerca di mostrarsi contento per il riavvicinamento di Scully al poliziotto.
La mia gelosia però è quasi ingestibile: il pensiero di un altro uomo che sbeffeggia Scully e se ne appropria solo per piacere sessuale mi fa incazzare.
Vi eravate illusi che stesse riprendendo l’uso del cervello? AH! Ve lo avevo detto: in questa Fanfiction, Mulder è il tipico Nice Guy che si crede l’unico in grado di provare sentimenti per la sua partner, mentre gli altri avvicinano Scully solo per lussuria.
Ma lei ha idee diverse:
– Mulder, il mio è stato solo uno sfogo. Non ho intenzione di riallacciare con lui un rapporto che non sia lavorativo. Vorrei vendicarmi e basta. –
Deve essere davvero un’ottima attrice.
Mulder vuole aiutarla (Mulder oscilla tra il Nice Guy e il BFF gay). Per renderla felice, dunque, la porta al casinò… Beh, dai, poteva proporle di peggio (anche se avrebbe giustificato il rating rosso di questa cosa); visto che la sfiga ci vede benissimo, comunque, incontrano una ex amica di Dana, ma questo non prima che Scully vinca 5000 dollari e riceva il biglietto da visita di uno sconosciuto.
– Allora, come ci si sente a prendere un mucchio di soldi senza fatica alcuna? –
– Da dio! Non ho mai guadagnato così tanti soldi lavorando. –
Forse non in un mese, ma due mesi di stipendio di un Agente Speciale dovrebbero contemplarli, 5000 dollari. Pure a fine anni ’90.
I due si danno alle gioie dell’alcol, giocano a “obbligo o verità” e a quel punto compare l’amica di Scully… o meglio, l’amica dell’ex fidanzato, il poliziotto.
– Come te la passi, allora? Mi dispiace per te e Jonah.. anche io non sono stata la migliore delle amiche però. Beh, ormai sono passati anni! –
(…)
– Oh beh, immagino che siate qui per indagare sullo Yeti che ci tormenta. Mi ha fatto piacere rivederti anche se non credo sia lo stesso per te.. passaci sopra Dana. Ormai sono passati 6 anni, non puoi odiarmi a vita. –
Se vai dalla ex del tizio con cui andavi a letto e, senza manco sondare il terreno, dici qualcosa del genere, chiaramente il tuo più profondo desiderio è quello di morire di morte cruenta. Fortunatamente Scully è troppo ubriaca per rendersi conto della situazione e vorrebbe tornare a giocare con Mulder (… no, non in quel senso: da quel punto di vista, questa fanfiction è deludente quanto il telefilm a cui è ispirata); Mulder, invece, vorrebbe capire chi sia l’aspirante suicida, ma vengono interrotti: il casinò sta per chiudere.
Di fatto, tutto il siparietto con la ex-amica è stato quindi inutile ai fini della trama. Voleva essere divertente o dare una nota di colore? Non so, tutto questo cincischiare sta diventando particolarmente fastidioso da leggere.
(In tutto questo nulla, Scully stringe forte forte la mano di Mulder. Considerato che il giorno prima sembrava essere sul punto di dissanguarsi per aver sfiorato le bende, immagino una scena parecchio sanguinolenta, a questo punto. E invece no, niente. Coerenza, dove sei?)
Mulder, nel parcheggio, è pronto (per la seconda volta) a darci la spiegazione del caso, ma la rivelazione viene (per la seconda volta) rimandata: devono prima capire come tornare in albergo, ora che sono ubriachi come adolescenti alla prima uscita; la soluzione è facile: si fermeranno in un albergo lì vicino.
E sarebbe una scena sensata, se non avessero già avuto precedentemente un pretesto narrativo (…avanti, non fate i finti tonti) per cambiare hotel e trovarsi con un solo letto a disposizione: l’albergo precedente è stato descritto come una topaia disgustosa, con lenzuola macchiate, coperte sporche nascoste sotto letti che sanno di panni sporchi e cuscini unti.
– Mi dispiace, ho una singola e una matrimoniale. La singola però ha un divano letto, se vi adattate. –
Mi spiegate cosa ci fa un divano letto in una singola?
I nostri prendono l’ascensore, che però si ferma così bruscamente da farli cadere l’uno sopra l’altro; Scully riesce comunque a dribblare un incontro ravvicinato di qualsiasi tipo con le labbra di Mulder, ma è scombussolata. Entrano nella loro stanza e…
E non sapremo mai come reagisce una donna dalla sanità mentale precaria (un serial killer, la convivenza con venti cadaveri, la carenza di sonno causata dalle continue medicazioni al collega…), i cui nervi sono stati messi alla prova (l’incontro con l’ex, il monologo della tizia che si sbatteva l’ex che le consigliava di “passare sopra la faccenda”) e ubriaca alle avances di un collega: questa fanfiction è incompleta.
Un X-File, insomma.